domenica 25 gennaio 2009

Il passo in avanti di Giovanni il Buono, i due passi indietro di Benedetto l’Inquisitore


Esattamente cinquant’anni fa, il 25 gennaio 1959, il papa Giovanni XXIII annunciava il Concilio ecumenico Vaticano II, che risultò essere una vera e propria rivoluzione per la Chiesa Cattolica, cancellando secoli di tradizione liturgica, sviluppando una dottrina sociale radicalmente nuova, portando alla nascita delle comunità cristiane di base e dei coordinamenti dei “preti operai”, accettando il dialogo con le altre Chiese e portando al riconoscimento della libertà religiosa.
Esattamente ieri, il 24 gennaio 2009, il papa Bendetto XVI revocava la scomunica nei confronti dei vescovi ordinati nel 1988 da Marcel Lefebvre senza l’autorizzazione dell’attuale romano pontefice Giovanni Paolo II.

Lefebvre, fondatore della “Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX)”, si era sempre ribellato alle riforme conciliari, così come ancor oggi la FSSPX: in particolare, questi figuri condannano come gravissimi errori la libertà religiosa, l’ecumenismo e il dialogo da parte della Chiesa Cattolica con le altre fedi, l’introduzione della messa in volgare che a loro dire mette in grave pericolo la fede (ma Benedetto ha provveduto anche a questo, permettendo di celebrarla in latino)! In effetti in un mondo dove ogni giorno muoiono 26000 bambini (la metà, 13000, di fame), dove esiste ancora la schiavitù, dove si torturano ancora i prigionieri politici, dove vi sono guerre e pericoli nucleari, i veri problemi sono il dialogo e la libertà religiosa!
Queste persone non possono sopportare che la scelta di fede sia libera, vorrebbero che in Europa fosse illegale non essere cattolici, vogliono una messa dove la gente non capisca nulla, altrimenti potrebbe iniziare a pensare e a confrontare il messaggio evangelico con la realtà della Chiesa Cattolica!

Non solo, queste persone che invece di combattere per un mondo più giusto combattono contro la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e gli articoli 3, 7, 8, 19, 20, 117/c della Costituzione Italiana, che sanciscono il diritto di ogni uomo a professare la propria fede, qualsivoglia essa sia, contano fra le proprie file noti antisemiti, quali Franz Schmidberger, il sacerdote che sostiene che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo'', ed uno dei quattro vescovi a cui ieri Benedetto XVI ha tolto la scomunica non è da meno, anzi, fa proclami degni di un certo regime che c'era in Germania qualche decennio fa: sostiene che “le prove storiche, in misura preponderante, vadano contro il fatto che sei milioni di ebrei siano stati uccisi nelle camere gas come effetto di un ordine deliberato di Adolf Hitler'', mentre invece difende con certezza l’esistenza dei palesemente falsi “Protocolli dei Savi di Sion”, che gli antisemiti di tutto il mondo usarono come arma per giustificare il loro odio verso il popolo ebraico. Non solo: il vescovo Richard Williamson, dopo aver asserito che crede che le camere a gas non siano mai esistite, interrogato sul suo antisemitismo risponde sibillinamente: ''Se l'antisemitismo e' cattivo e' contro la verita'. Se qualcosa e' vero, non e' cattivo. Non mi interessa la parola anti-semitismo''.

Insomma, 50 anni dopo il passo avanti di Giovanni XXIII, il Papa buono, Benedetto XVI, ex prefetto della “Congregazione per la dottrina della fede” (ossia il nome con il quale dagli anni ’60 viene chiamata la “Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione”), decide di accogliere nella Chiesa Cattolica coloro che hanno sempre rifiutato quel passo avanti, rimanendo su posizioni medievali, negando i diritti umani basilari e promuovendo l’odio razziale su base religiosa.

Altro che il passo avanti di Giovanni XXIII, Benedetto XVI è riuscito a tornare indietro di secoli.


A quando il rogo per gli eretici?



- Nobil Clamore -

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